venerdì 29 marzo 2013

Antonio Saccoccio - Futurismo Duemila: il ritorno dei barbari nella civiltà delle reti


Antonio Saccoccio, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
Futurismo Duemila: il ritorno dei barbari nella civiltà delle reti

ABSTRACT

Un secolo fa i futuristi furono i primi ad accorgersi che un’enorme rivoluzione tecno-scientifica (telefono, grammofono, cinematografo, automobile, aereo, etc.) stava riconfigurando brutalmente l’ambiente e la psicologia umana. Si definirono “primitivi di una nuova sensibilità completamente trasformata”, ma anche “barbari superiori”, “barbari civilizzatissimi”. Celebrarono la potenza generata dalle macchine e dall’elettricità, perché utile a scuotere l’Italia (e non solo) dal torpore e dall’immobilismo in cui era piombata. Imposero, a volte creandoli ex novo, alcuni termini ed espressioni per definire la nuova sensibilità: velocità, sintesi, dinamismo, simultaneità, immaginazione senza fili, antigrazioso. I futuristi furono quindi audaci demolitori del vecchio mondo e appassionati ricostruttori di un nuovo universo.
Oggi la rivoluzione delle reti digitali sta sconvolgendo e vivificando nuovamente la nostra sensibilità, aprendo la strada a una nuova demolizione/ricostruzione globale. Ecco tornare i barbari, ecco emergere nuovi interpreti futuristi di questo momento di trasformazione. E anche stavolta nuove parole d’ordine si insinuano viralmente nel dibattito pubblico: neotribalismo, cyberdemocrazia, retealtà, galassia internet, oltre-arte.

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Nasce a Roma nel 1974. In qualità di ricercatore militante nel campo dei linguaggi d’avanguardia (arti, letteratura, musica) e dei nuovi media, è intervenuto in conferenze, seminari e convegni nazionali e internazionali, presso università e altri centri di cultura. Diversi suoi articoli, saggi, testi creativi, manifesti, interviste compaiono in volumi pubblicati da editori italiani ed esteri (Rodopi, Lothringer, Sinestesie, Vecchiarelli, Armando, Avanguardia 21, De Gruyter, etc.). Collabora da diversi anni con la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “Tor Vergata” di Roma.
È tra i fondatori del Net.Futurismo e del M.A.V. (Movimento per l’Arte Vaporizzata), con i quali conduce dal 2008 attività di ricerca e sperimentazione nel campo delle arti visive, sonore, performative e delle reti digitali, realizzando composizioni acustiche ed elettrorumoristiche, manifesti, poesie sonore, installazioni e sabotaggi mediali. Ha teorizzato la necessità di una “terza avanguardia”, che sia in grado di interpretare il momento di transizione provocato dall’espansione delle reti digitali.
È socio fondatore e presidente del comitato di ricerca della casa editrice “Avanguardia 21”, specializzata in pubblicazioni riguardanti le avanguardie storiche e contemporanee.

Jessica Palmieri - Coltivare una comunità e la sensibilità futurista


Jessica Palmieri, Fondatore ItalianFuturism.org
Coltivare una comunità e la sensibilità futurista

ABSTRACT

Questa relazione si propone di chiarire i metodi disponibili per la promozione e lo studio del Futurismo, concentrandosi sulla risorsa web ItalianFuturism.org. Avendo già stabilito i mezzi che Marinetti stesso predisse, con la sua sensibilità futurista, ora siamo in un momento critico e siamo pronti ad andare avanti, espandere e far crescere una comunità per lo studio e la promozione del Futurismo. Ma per chi e perchè?

This talk aims to elucidate the methods available for promoting and studying Futurism, focusing on the web resource ItalianFuturism.org. Having already established the means which Marinetti himself predicted with his futurist sensibility, we are now at a critical moment and are poised to move forward, expand, and grow a community for the study and promotion of Futurism. But for whom and why?

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Jessica Palmieri ha fondato ItalianFuturism.org al fine di favorire lo scambio di idee e diffondere informazioni relative al Futurismo italiano. Da allora il sito è diventato una fonte per le notizie su tutti gli eventi, mostre e borse di studio su questo tema.
Ha conseguito un master in teoria, critica e storia dell'arte, design e architettura, e un certificato nel Museum Studies dal Pratt Institute a New York. La sua tesi di laurea si è concentrata sul teatro delle marionette futuriste e l’età della macchina.
Ha lavorato a la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, al Museo di Arte Moderna di New York, e con l’artista Jeff Koons. Attualmente, lavora al museo di Brooklyn con il direttore e al fianco del capo-curatore.

Vitaldo Conte - Futurismo manifesto di Arte Viva


Vitaldo Conte, Accademia di Belle Arti di Roma
Futurismo manifesto di Arte Viva

ABSTRACT

La Vita come CreAzione risulta una sfida continua. È un’arte pulsionale che “vuole” fondersi con la vita, anche quotidiana, in una lingua protesa verso il rinnovamento creativo “a tutto campo”. La spinta di questa “apertura” del Futurismo è entrata in successive avanguardie e nelle attuali poetiche del “fuori genere” come arte. Può costituire l’inizio di un perturbante filo rosso che “rianima” sovente, a intervalli irregolari, il concetto di avanguardia e di posterità della medesima, irrompendo, con il caldo delle sue valenze e del suo pensiero-azione, anche per opporsi alle “formule”, ripetitive e asettiche, della sperimentazione fredda. 
Il Futurismo non è soltanto una molteplice possibilità di espressione, è anche un modo di vivere. Questo ama incontrare emozioni e rischi: per opporsi alle normalizzazioni del quotidiano che spengono l’essere, volendolo liberare, nel contempo, dai condizionamenti della società. La vera arte è talvolta pericolosa e violenta nella sua innocenza. Vivere da futurista è stato (e continua a esserlo per chi si sente di riproporlo in qualche maniera) un modo per rivoluzionare comportamenti dell’esistenza, dichiarando guerra al passato e agli stereotipi correnti. 
La bellezza, che sprigiona un’azione della vita come arte, è già un dono di per se stesso. “L’arte viva” futurista spinge verso un’attività-pensiero anche di gruppo, che alimenta (con il suo movimento) il “fuoco” dell’espressione, sintesi superiore dei vari contributi individuali. Non sorprende, pertanto, che il Futurismo – è avvenuto anche recentemente – torni a “rivivere” in diverse apparenze o altri sintomi, con nuovi “fedeli d’azione”. Vivere da futurista può diventare, in questo millennio, una naturale “maschera-proposta” di valore esistenziale e di ribellione creativa. Questa dimensione può essere vissuta anche condividendo la compagnia o una creatività-live in un pub, in uno spazio qualsiasi (più o meno ispirato al Futurismo): i  suoi eventi sono spesso interpretati e ricordati in un poster di arte-vita, manipolando una grafica demistificante. Questa indicazione “vive” anche nelle estensioni dell’open space della comunicazione virtuale, come è già accaduto nel Net.Futurismo. 
L’eros futurista stesso, che ricorda i testi a sfondo erotico-sociale (Marinetti, Italo Tavolato, ecc.) ma soprattutto la lussuria di Valentine de Saint-Point, ri-diviene “narrazione” di un’attualità visionaria sconfinante nel Trans-Gender. Le sue “nuove” espressioni, che si aprono a ibridazioni CyberSex e Post-Porno, sono inter-testi fra il verbale e il visuale-sonoro-digitale. 
Il Futurismo – “rivissuto oggi” – è debitore, nell’azione, del linguaggio vitalistico dell’arte-vita espresso all’origine da questo movimento. Risulta contaminato dal Dada per la vocazione di quest’ultimo a evadere dai possibili canoni comportamentali, espressivi ed esistenziali, inclusi quelli di costituirsi come un gruppo definito: come l’ascolto del “caso” che diviene una rotta al limite della mistica. Questo Futurismo s’incontra con il linguaggio Dada, ma anche con quello di successive poetiche, coesistendo in una “anarco-continuità” di azione e lettura. 
I riferimenti di questa pulsionale CreAzione ‘Futur-Dada’ sono molteplici: la rivoluzione di Fiume e Guido Keller; le serate futuriste e dadaiste; le poetiche situazioniste e verbo-sonore, vissute fino al “rumore” fisico e digitale; ecc. Esprimono una TransArt che recupera naturalmente la propria appartenenza pulsional a un pensiero-azione di avanguardia, inter-attiva con il social e il ritual. Le sue segnaletiche – ondeggianti tra arte e video, musica e suono, poesia e teatro, culture digitali – sono presenti, più o meno esplicitamente, in diverse attuali poetiche, caratterizzate spesso da manifesti di lirica visionarietà di “arte viva”.

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Vive a Roma. Docente di Storia dell’Arte Contemporanea e Culture Digitali all’Accademia di Belle Arti di Roma. Teorico e saggista, curatore d’arte. Due iniziali pubblicazioni teorico-critiche sono riferimento per la ricerca in Italia: Nuovi Segnali (Antologia e audio-cassetta sulle poetiche verbo-visuali e verbo-sonore it. negli anni ‘70-’80 - Ed. Maggioli, 1983) e Dispersione (Ed. Pendragon, 2000). Tra le pubblicazioni successive: Anomalie e Malie come Arte (2006) e SottoMissione d’Amore (Ed. Il Raggio Verde, 2007). Pubblica con Gepas Ed. blocco-notes e taccuini, tra cui ultimo nel 2012 Pulsional Ritual con G. Sessa (e-book). Il libro Pulsional Gender Art (Avanguardia 21, 2011) “attraversa” percorsi teorici sviluppatisi negli anni 2000-11.
Poeta (lineare, verbo-visuale, video, sonoro-spettacolare) con pubblicazioni, cartelle grafiche, dvd, ecc. Come artista ha partecipato a centinaia di eventi, esposizioni personali e collettive, in Italia e all’estero. Come teorico-performer “ri-nasce” nel 2009 con il nome di Vitaldix: per “vivere come arte” il Futurismo.

giovedì 28 marzo 2013

Stefano Gallo - Balla nella figurazione astratta di Bruno Aller


Stefano Gallo - Professore Associato di Storia dell’Arte Contemporanea, Università Tor Vergata, Roma
Balla nella figurazione astratta di Bruno Aller

ABSTRACT


Bruno Aller è tra gli animatori della Galleria Arte e Pensieri, che dal 2002 svolge un’attività molto seria di documentazione della ricerca astratta in ambito romano. Attivo come artista dagli inizi degli anni Ottanta, ha maturato un suo peculiare linguaggio astratto di impostazione segnica, che se dal punto di vista formale è venuto assumendo qualità sempre più “architettoniche” nella organizzazione delle forme e degli spazi, non ha tuttavia affatto tralasciato a suo modo il tema del racconto e del riferimento ai “contenuti”. Nella formazione del linguaggio di Aller convergono numerosi stimoli linguistici e culturali, tra questi è leggibile quello di Giacomo Balla, esempio di fondo per le tensioni dinamiche che Aller non ha mai mancato di introdurre nel complesso tessuto formale e iconico dei suoi dipinti. La relazione tenderà anzitutto a presentare un buon numero di opere dell’artista, al fine di evidenziare lo svolgimento del suo percorso linguistico  e di riconoscere il ruolo in esso adempiuto dalla matrice dinamica balliana pur nel relativo variare della ricerca. 

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Professore Associato di Storia dell’Arte Contemporanea al Dipartimento di Scienze storiche, filosofico-sociali, dei beni culturali e del territorio dell’Università Tor Vergata di Roma. Si è interessato di aspetti  della produzione artistica e delle teorie dell’arte tra Otto e Novecento, con particolare riferimento all’ambiente dell’Impressionismo e al gruppo  tedesco costituito dal pittore Hans von Marées, dallo scultore Adolf von Hildebrand e dallo studioso d’arte Conrad Fiedler. Segue da anni la produzione artistica astratta romana e ha curato nel 2007 un’ampia mostra  dedicata a Edgardo Mannucci, Luigi Boille, Achille Pace e Pasquale Santoro. Ha pubblicato di recente una monografia su Vincenzo Arena, personalità della ricerca gestaltica, formatasi a Roma a cavallo tra anni cinquanta e sessanta, che ha intrattenuto interessanti rapporti con gruppi di artisti e di critici tra Bruxelles e Parigi.

mercoledì 27 marzo 2013

Luigi Tallarico - Eredità vissuta come pensiero vivente

Luigi Tallarico (Presidente Centro Studi Futurismo-Oggi)
Eredità vissuta come pensiero vivente

ABSTRACT

L’intervento esamina la tematica del convegno e paragona il termine di “eredità” ad una partita di bilancio, in cui le due voci dell’entrata e dell’uscita vertono, da una parte, sulla validità delle idee e dei principi fin ora perseguiti e, dall’altra, sui valori degli investimenti che resteranno stabili nel prossimo futuro. Vengono infatti esaminati gli aspetti salienti del Futurismo storico con riguardo alle idee, indubbiamente di ordine filosofico e che hanno consentito e consentono alle nuove generazioni di rappresentare, in una mutata realtà estetica e scientifica, il “pensiero vivente” nella e per la continuità del Futurismo.

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Nato a Crotone nel 1926, vive a Roma, ove esercita l’attività di giornalista e critico. È presidente del Centro Studi Futurismo-Oggi e segretario generale del Sindacato Libero Scrittori Italiani, già collaboratore del periodico “Futurismo-Oggi”, diretto da Enzo Benedetto e direttore dei “Artecrazia futurista”. Ha realizzato 24 convegni studi sul Futurismo e sulla Cultura italiana nella Sala “Bologna” del Senato della Repubblica, nonché rassegne sul Futurismo a Roma, Lecce, Crotone, Lamezia Terme. È autore, tra gli altri volumi, di: Per un’ideologia del Futurismo (Volpe, Roma 1970); Le cento anime di F.T. Marinetti (Cartia, Siracusa 1977); Sironi tra Futurismo e Metafisica (Belriguardo, Ferrara 1993); Boccioni dal Meridione all’Europa (Belriguardo, Ferrara 1977); Un secolo futurista (Nemapress, Alghero 2009).

Serge Lorenzo Milan - Inattualità del Futurismo


Serge Lorenzo Milan, Université de Nice Sophia Antipolis
Inattualità del Futurismo

ABSTRACT

L'attualità del Futurismo, a più di secolo dalla fondazione, può essere valutata pertinentemente alla luce dei valori propugnati dal movimento. La violenza  antipassatista, l'esaltazione radicale della velocità e della novità, la passione per l'Italia e l'amore della guerra, teorizzati dagli ideologhi del movimento, colpiscono oggi per la loro epocale obsolescenza. D'altro canto, essi convergono seppur  problematicamente in una celebrazione mediatica dell'arte-vita che sembra invece, per riprendere il titolo di un testo medidato dal giovane Marinetti, di una inattualità nettamente più filosofica.

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Nato a Parigi nel 1968. Dopo studi in Sorbona è ora Maître de Conférences all’Université de Nice - Sophia Antipolis. Oltre a diversi articoli dedicati all’ideologia del Futurismo, ha curato per la San Marco dei Giustiniani di Genova diverse antologie di poesia futurista. Ha pubblicato uno studio sullo stesso tema, L’antiphilosophie du Futurisme (L'Age d'Homme, Lausanne, 2009). Redattore della rivista elettronica Cahiers de Narratologie, è infine co-direttore della collezione "Avant-Garde" per l'editore Delatour France con J.-F. Trubert  et  J.-P. Aubert, con i quali ha curato i due volumi pubblicati nel 2013: Avant-gardes - Frontières, mouvements

Rossella Catanese - Paul Virilio, la velocità e il cinema futurista


Rossella Catanese, Università Sapienza di Roma
Paul Virilio, la velocità e il cinema futurista.  

ABSTRACT

Il cinema è stato considerato dai Futuristi uno strumento di superamento delle arti visive tradizionali: è infatti attraverso il movimento del dispositivo cinematografico che il motus meccanico e la sua accidentalità entrano all'interno dell'universo dell'arte. Ed è proprio il cinema futurista a concretizzare il percorso degli studi visuali “cinetici” che in pittura avevano esplorato Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà e tanti altri. Il cinema futurista, dal manifesto del 1916 fino alle radicali sperimentazioni degli anni Trenta, voleva rappresentare una sinfonia visiva che fosse un'ode alla velocità. Velocità è il titolo sia della sceneggiatura cinematografica scritta da Filippo Tommaso Marinetti che del film di Oriani, Cordero e Martina del 1930. Il teorico contemporaneo che ha lavorato più di tutti sul concetto di velocità è Paul Virilio, autore de La bombe informatique. Il filosofo francese ha riflettuto sull’impatto delle nuove tecnologie applicate all’arte e ai media audiovisivi. Pur distinguendo tra arte attuale e arte virtuale, egli parla del complesso di formule artistiche a cavallo tra i due millenni come di un’arte terminale, controfigura del dominio dell’informazione. La dromologia (o scienza della velocità), è il principio che lo stesso Virilio ha inventato per spiegare, secondo una complessa impostazione teorica, le relazioni tra politica e territorio. La riflessione di Virilio rappresenta, sebbene con dovute contraddizioni e divergenze, una possibile eredità del cinema Futurista nel pensiero e nel mediascape contemporanei.

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Rossella Catanese, dottore di ricerca presso la Sapienza Università di Roma, è tutor del Master in Restauro Digitale Audio/Video della Sapienza. Le sue pubblicazioni trattano prevalentemente i temi del restauro cinematografico e delle avanguardie storiche, in particolare sul cinema futurista. Ha anche partecipato a varie conferenze (Università di Udine e Gorizia, Universidad Complutense di Madrid, Accademia di Belle Arti di Napoli, University of Glasgow, Università di Roma Tor Vergata).

martedì 26 marzo 2013

Maurizio Scudiero - Depero, la Pubblicità e la Pop-Art


Maurizio Scudiero - Curatore Archivio Depero di Rovereto
Depero, la Pubblicità e la Pop-Art

ABSTRACT



Depero, assieme a Balla, con il manifesto Ricostruzione futurista dell’universo del 1915 ha dato quella che è ormai universalmente considerata la “vera” svolta del Futurismo per divenire un’avanguardia modernista.
Cosa vuole dire questo? Questo significa che sino a quella data il Futurismo stesso non aveva compreso le sue potenzialità sistemiche in quanto si era “confinato” entro gli ambiti canonici di Pittura e Scultura.
Ma in quel manifesto si gettavano le basi “operative” che superassero quella visione (e quella pratica) pitturo-centrica, per applicare la creatività e l’invenzione futurista a più ambiti ed a più livelli di contenuto estetico. Così, la nuova “vetrina” dei futuristi non fu più la galleria ma la… strada. Infine, la spinta definitiva all’effettivo ingresso dell’arte nella vita quotidiana venne con l’apertura delle cosiddette “case d’arte futuriste”, ma soprattutto con quella di Depero, che si applicò alla Pubblicità, alla decorazione ed al design con attitudini seriali e pre-Pop. Come sarà facile oggi verificare.

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Architetto e storico dell'arte moderna (Rovereto, 1954).
Ha studiato Arte Moderna con Mario de Micheli ed Estetica con Dino Formaggio, interessandosi particolarmente alle avanguardie storiche del Novecento e soprattutto al Futurismo, nell'ambito del quale è divenuto specialista dell'opera di Fortunato Depero, R.M. Baldessari, Renato Di Bosso, Ivano Gambini ed altri. Si interessa inoltre anche alla letteratura d’avanguardia russa, allo studio della grafica delle avanguardie storiche, dal Costruttivismo alla Bauhaus e alla storia del manifesto italiano sul quale ha curato alcune mostre tematiche in Italia (tra queste: ”Manifesti Italiani dall’Art Nouveau al Futurismo”, al Palazzo delle Esposizioni di Roma e poi a Milano, 1997; “Marcello Dudovich” al Museo di Arezzo, 2002) ed all’estero (“Planespotting”, Estorick, Londra 2002; “Wings of Italy”, Aerospace Museum, New York, 2003 e quindi “Daley Centre, Chicago, 2003). 
Ha organizzato oltre cento mostre in musei e gallerie private e ha pubblicato circa 200 tra libri, cataloghi e pubblicazioni di critica d'arte e grafica applicata.
È stato membro del comitato scientifico del Wolfsonian Institute di Miami e consulente per il Futurismo della Yale University di New Haven, CT (USA).  Ha scritto a lungo sulla pagina culturale de “Il Giornale” di Milano. È il coordinatore scientifico del Movies & Comics Archive di New York curatore dell’Archivio Depero di Rovereto.




Roberta Sciarretta - Padri e figli: il dibattito sulla paternità delle scritture verbo-visive negli anni Settanta


Roberta Sciarretta - Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
Padri e figli: il dibattito sulla paternità delle scritture verbo-visive negli anni Settanta.

ABSTRACT

Le ricerche poetico-visuali della seconda metà del Novecento sono attraversate da un filo conduttore comune: la modifica, la ricomposizione, l’ampliamento o il restringimento del valore della parola e delle parti compositive di essa.
Tale processo di trasformazione si attua focalizzandosi sull’aspetto visivo dell’oggetto “parola” piuttosto che sulla sua semantica, oppure sulla creazione di un linguaggio “altro”, dove il segno grafico è complementare alle immagini e viceversa, anche a causa della pluralità dei mezzi linguistici utilizzati e della frantumazione dei nessi cognitivi e degli elementi costitutivi del fare poetico, che si sovrappongono e si mescolano in una sorte di simbiosi.
Tuttavia, nonostante le profonde differenze delle correnti, delle terminologie, degli approcci metodologici, appare evidente la ricerca di un riconoscimento di paternità e di una affermazione esplicita di filiazione nei confronti di una determinata tradizione artistica, oppure al contrario una dichiarazione di orfanità totale.
Del resto Luciano Ori, nella prefazione al catalogo della mostra dedicata alla poesia visiva (Firenze 1979) ne sottolinea i primigeni legami genetici con il Futurismo, il Cubismo, Dada e il Surrealismo, ma allo stesso tempo ne rimarca l’originalità e la genitorialità nei processi sociali, nella civiltà dei mass-media, nella cultura del consumo; in altre parole la poesia visiva destruttura la figura del padre e così la disubbidienza al genitore diventa la condizione necessaria, perché il figlio possa separarsi da esso e trasformarsi in individuo.

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Laureata in Materie letterarie con indirizzo di storia dell’arte e Italianistica.
Si occupa soprattutto di letteratura tra le due guerre, con particolare riferimento alla letteratura delle bonifiche e delle città di fondazione.
Ha curato le riedizioni delle seguenti opere futuriste: Il poema della bonifica di Giuseppe  Trecca; L’aeropoema della Sardegna di Gaetano Pattarozzi.
Si è occupata, inoltre, di Futurismo in Agro Pontino e dello scrittore futurista Bruno Giordano Sanzin.
Attualmente dottoranda presso l’Università di Tor Vergata con una tesi sull’aeropoesia futurista.

Riccardo Campa - Il futurismo dopo il Futurismo

Riccardo Campa, Università Jagellonica di Cracovia

Il futurismo dopo il Futurismo

ABSTRACT

Esiste il Futurismo, con l’iniziale maiuscola, e il futurismo, con la minuscola. Il primo è un fenomeno storico, con precise caratteristiche, racchiuso in un periodo delimitato, che trova adeguato spazio sui libri di storia. Il secondo è invece un ideale imperituro, un modo di agire e di pensare, un modo di interpretare e di trasformare la realtà che non ha un inizio e una fine facilmente identificabili. Il primo è un insieme di opere, che oggi possono essere solo analizzate o collezionate. Il secondo è lo spirito che presiede alla nascita delle opere futuriste del passato, del presente e del futuro. Il Futurismo, con la maiuscola, è finito, è puro antiquariato. Il futurismo, con la minuscola, è invece ancora tra noi, ed era tra noi anche prima che nascesse Marinetti. Il primo esiste nello stesso senso in cui esiste l’impressionismo, il dadaismo, il surrealismo, ovvero nei musei e nelle collezioni private. Il secondo esiste nello stesso senso in cui esiste il dualismo, il materialismo e l’idealismo, ovvero nelle menti e nei cuori degli uomini. Il secondo include il primo, ma non è vero il contrario. Entrambi i futurismi sono inattuali, ma in due sensi assai diversi. Il Futurismo storico è inattuale perché appartiene ormai al passato. Il futurismo ideale è inattuale perché appartiene sempre al futuro. Per definizione.

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Riccardo Campa è uno studioso italiano che vive e lavora a Cracovia. I suoi interessi di ricerca spaziano nell’intero campo delle scienze sociali, ma è conosciuto in particolare per i suoi contributi all’elaborazione della filosofia transumanista. Laureato in Scienze politiche e in Filosofia all’Università di Bologna, ha conseguito il dottorato in Epistemologia all’Università Nicolaus Copernicus di Torun e l’abilitazione in Sociologia all’Università Jagellonica di Cracovia, dove è attualmente titolare della cattedra di Sociologia della scienza e della tecnica. In passato ha insegnato anche Italianistica nelle università di Torun e di Breslavia, tenendo corsi sulla letteratura futurista. Nel 2004 ha fondato l’Associazione Italiana Transumanisti, di cui è tuttora presidente. È autore di numerosi volumi, tra i quali "Etica della scienza pura", "Mutare o perire" e "Trattato di filosofia futurista".

lunedì 25 marzo 2013

Joan Abelló Juanpere - Tracce di futurismo nel dopoguerra a Barcellona (Catalogna). Tra arti plastiche e letteratura.


Joan Abelló Juanpere (Universitat Pompeu Fabra di Barcellona)
Tracce di futurismo nel dopoguerra a Barcellona (Catalogna). Tra arti plastiche e letteratura.

ABSTRACT

Il Futurismo, terminologicamente nato in Catalogna nel 1904 - vedasi al riguardo la conferenza di Gabriel Alomar tenutasi nell’Ateneu Barcelonès il 18 giugno dello stesso anno - ebbe un discreto successo durante tutta la sua durata. Capeggiato in letteratura e nei manifesti dallo scrittore, poeta e libraio e in pittura dai due uruguaiani d’origine spagnola Torres-Garcia e Barradas che, una volta arrivati a Barcellona, ripresero il movimento e coniarono il termine Vibrazionisme (1917-1920). Ma la morte del lider Salvat-Papasseit nel 1924, il trasloco dei pittori nel 1920 (Torres-Garcia a New York e Barradas a Madrid), la visita di Marinetti a Barcellona nel 1928, con il discredito del movimento scaturito dal nascente giornalismo democratico, l’avvenimento dell’episodico Stato Catalano nel 1931 e la Repubblica Spagnola (1931-1939) chiuderanno la breve ma folgorante influenza del movimento. Si dovrà attendere il dopoguerra per veder emergere tracce significative del Futurismo sui più importanti movimenti d’avanguardia come Dau al Set, e i rispettivi esponenti: il poeta Joan Brossa, il pittore Antoni Tàpies e il filosofo Arnau Puig.

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DAS (Diploma of Advanced Studies) in Filologia Catalana (UB-Universitat de Barcelona), e in Scienze Umanistiche (UPF–Universitat Pompeu Fabra, Barcellona). Diplomato in Gestione Culturale e Fund Raising (ESADE Business School, Barcellona). Critico d’arte e di design, storico. Ha collaborato con diverse Università in Italia, Stati Uniti e Spagna. Attualmente realizza una tesi di laurea sulle relazioni e le influenze delle avanguardie europee nella cultura catalana, dal 1900 al 1924, diretta dal filosofo e scrittore Rafael Argullol (Cattedratico di Estetica e Teoria dell’Arte del Dipartamento di Scienze Umanistiche, UPF).
Ha curato diverse esposizioni e attività sul design e l’arte contemporanea. Del periodo delle avanguardie storiche merita particolare attenzione la sua partecipazione a Futurismo & Futurismi, curata da Pontus Hulten (Palazzo Grassi, Venezia 1986) e la collaborazione in Picasso, L’uomo delle mile maschere (Museu Barbier-Mueller d’Art Precolombí, Barcellona 2006). 
Collabora, come critico d’arte, per diversi mezzi di comunicazione europei. Ha partecipato e coordinato corsi e convegni nazionali e internazionali e ha realizzato molteplici conferenze sull’arte. Pubblica, periodicamente, una pagina critica sull’arte nel settimanale El Temps (Valencia-Barcellona-Palma di Maiorca).
Ha lavorato come commissario e ha curato diverse mostre e progetti per conto di prestigiose istituzioni museali europee: Casa Asia, Barcellona (2002-2003, 2008); Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía (MNCARS), Madrid (2003-2004), Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi, Torino (2006, 2007); La Pedrera de CatalunyaCaixa, Barcellona (2009); Fundació Palau, Caldes d’Estrac (2009); Museu d’Art i Història de Reus (2010); Fundación Antonio Pérez, Cuenca / San Clemente / Guadalajara (2010); Ministero de Gozo, MGOZ-Malta (2010); Museu d’Art i Història de Reus (2010-2011); e Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid (2012). 

Giovanni Antonucci - L'influenza del futurismo sull'arte e il teatro della seconda metà del Novecento


Giovanni Antonucci
L'influenza del futurismo sull'arte e il teatro della seconda metà del Novecento

ABSTRACT

La relazione affronterà il tema, spesso misconosciuto o addirittura ignorato, dell'influenza del futurismo sull'arte contemporanea e in particolare su artisti del livello di Mario Schifano e Luigi Ontani, che devono moltissimo del loro successo a suggestioni e citazioni futuriste. Per fare un esempio, Schifano ha dichiarato che Boccioni e Balla sono stati gli artisti che più hanno influenzato la sua opera. La seconda parte affronterà l'influenza del teatro futurista sulle neo-avanguardie e in particolare sull'happening e sugli spettacoli di teorici e registi come Richard Schechner e Michael Kirby, autore anche dell'importante saggio Futurist performance. Tutto futurista è l'Orlando furioso di Luca Ronconi e Edoardo Sanguineti, spettacolo cult della fine degli anni Sessanta.
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Giovanni Antonucci. Già docente di Storia del Teatro alla Facoltà di Magistero dell'Università La Sapienza di Roma, è autore di una ventina di volumi che spaziano dal teatro antico alla drammaturgia e allo spettacolo dei nostri giorni, oltre che curatore di fortunate edizioni di classici (Goldoni, Balzac, Ibsen, D'Annunzio, Petrolini). Pioniere della riscoperta del futurismo fin dalla sua tesi di laurea , discussa con maestri della critica come Giacomo Debenedetti e Giovanni Macchia, è autore di tre volumi fondamentali, Lo spettacolo futurista in Italia (1974), Cronache del teatro futurista (1975), Storia del teatro futurista (2005), oltre che di numerosi saggi e articoli dedicati alla pittura e alla scenografia futurista. Critico militante e drammaturgo, ha redatto numerose voci per l'Enciclopedia Italiana.

domenica 24 marzo 2013

Ida Mitrano - L'uomo moltiplicato di Filippo Tommaso Marinetti e la computer art di Ida Gerosa.


Ida Mitrano, Università Sapienza di Roma
L'uomo moltiplicato di Filippo Tommaso Marinetti e la computer art di Ida Gerosa

ABSTRACT

Nel 1909 Filippo Tommaso Marinetti esalta le potenzialità espressive del nuovo secolo. I moderni mezzi di comunicazione e di trasporto hanno modificato la percezione del reale. Simultaneità, dinamismo, compenetrazione sono i nuovi canoni estetici cui si fonda il linguaggio della nascente avanguardia italiana. I futuristi avvertono la straordinarietà dell’epoca e le nuove prospettive che si aprono all’uomo contemporaneo. Rompono con il passato per costruire un universo futurista dove troverà posto un diverso modello umano: l’uomo moltiplicato.
Scenari nuovi, spazi creativi impensabili, possibilità espressive altre sono quelle che Ida Gerosa ha intuito nel 1983 quando ha iniziato a pensare al computer come mezzo artistico. Come i futuristi l’artista ha cavalcato i tempi, ha creato universi inediti, ha dato vita a una nuova estetica. I suoi video sono visioni di mondi inesplorati, realtà invisibili in movimento, forme in continua trasformazione dove fluisce la vita.

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Storico e critico d’arte, collabora con le Università “Tor Vergata” e “Sapienza” di Roma. Interessata all’arte italiana del primo Novecento, in particolare ai rapporti tra arte e letteratura, arte e architettura, ha pubblicato saggi e articoli su riviste specializzate. Tra le ultime pubblicazioni, Arte contemporanea: tra astrattismo e realismo (con Jolanda Nigro Covre), Carocci, Roma 2011; La Sapienza 1932-1935. Arte, architettura e storia, Casa Editrice Universitaria La Sapienza, Roma 2008.

sabato 23 marzo 2013

Massimo Duranti - I luoghi del Futurismo. Esiti e sviluppi della categoria storiografica.


Massimo Duranti - Presidente Archivi Dottori
I luoghi del Futurismo. Esiti e sviluppi della categoria storiografica.

ABSTRACT

Il Convegno di Macerata dell’ottobre del 1982 sui “Luoghi del Futurismo”, prima ricognizione della diffusione topografica e tematica del Futurismo in Italia e in Europa. Relazioni e relatori.
Una ricerca che parte dalla mostra Ricostruzione futurista dell’Universo di Torino del 1980.
Il Futurismo milanocentrico delle  origini; lo spostamento a Roma della direzione del Movimento.   I gruppi “precoci” e i luoghi del “Secondo Futurismo” dagli anni Venti in poi. L’aeropittura e l’arte meccanica. Dopo trenta anni da Macerata nuove esplorazioni, mostre e ricerche. I luoghi come ambiti di interesse. I luoghi come vocazioni territoriali di  linguaggi specifici del Futurismo.
I necessari, ulteriori sviluppi delle ricerche. I “Nuovi Archivi del Futurismo”. Il ruolo degli Archivi.

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Nato Perugia nel 1947, laureato all’Università di Perugia, dopo alcuni anni di insegnamento, è stato dirigente per trent’ anni di servizi culturali e della comunicazione della Regione Umbria.
Critico d’arte, pubblicista, storico del Futurismo, ha collaborato con quotidiani e riviste specializzate. Attualmente è direttore di “Contemporart”. Esperto in particolare di Futurismo e di avanguardie storiche, ha pubblicato  numerose monografie, saggi ed articoli in occasione di mostre e rassegne storiche. Ha curato il Catalogo generale dell’opera di Gerardo Dottori,  una  monografia-catalogo su Alessandro Bruschetti e una monografia su Osvaldo Peruzzi. Ha curato innumerevoli mostre e  cataloghi e tenuto lezioni e conferenze per istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero (New York, New York University, 1988; Mosca, Museo Puskin, 1993; Londra, Estorick Collection of Italian Modern Art, 2007; Coira, 2009). Nel 2005 ha fondato gli Archivi Dottori dei quali è presidente. È Accademico d’onore della Fondazione Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia e membro del Consiglio di amministrazione. È socio della Deputazione di storia patria per l’Umbria e membro della Commissione diocesana d’arte sacra di Perugia. È Sindaco revisore della Fondazione Palazzo Albizzini “Collezione Burri”.

Paolo Tonini - Al di là del Futurismo. Libri e riviste del Movimento '77.

Paolo Tonini - L'Arengario Studio Bibliografico
Al di là del Futurismo. Libri, riviste e immagini del Movimento '77.

ABSTRACT

Assalto al cielo, reinvenzione del linguaggio, ironia, l'altrove. Sono quattro temi comuni al futurismo e al movimento di giovani che nel 1977 voleva occupare dopo le scuole e le case il paradiso. I libri e le riviste documentano idee, slogan, progetti possibili solo in una "atmosfera d'avanguardia" - per usare l'espressione di Marinetti. Quell'atmosfera è l'oggetto, non le ragioni per cui. Confrontando immagini, scritte, parole, segni, emerge qualcosa che interessa profondamente perché è messa in gioco la vita, bellezza pagata con dolore.

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Paolo Tonini, marito, papà e libraio antiquario, vive e lavora a Gussago in provincia di Brescia. Insieme al fratello Bruno è titolare de L'Arengario Studio Bibliografico. Paolo e Bruno hanno cominciato a raccogliere e studiare materiale futurista e dei movimenti internazionali d'avanguardia intorno al 1986. Da allora sono trascorsi molti cataloghi, prestiti per mostre, incontri e videolezioni fino alla bibliografia dei manifesti futuristi italiani pubblicata l'anno scorso. Attualmente il loro archivio futurista è, dal punto di vista commerciale, il più consistente al mondo.

venerdì 22 marzo 2013

Carolina Fernández Castrillo - Dall'“animale metallico” futurista a GPF Bunny: transgenesi, arte e società

Carolina Fernández Castrillo - Universidad a Distancia de Madrid, España

Dall'“animale metallico” futurista a GPF Bunny: transgenesi, arte e società


ABSTRACT
  
All'inizio del XX secolo, l’influenza esercitata nell’immaginario collettivo dalle nuove certezze scientifiche e dalla crescente presenza dei media risultò essenziale per introdurre il binomio arte-tecnologia. I futuristi ebbero successo nell’esprimere il loro presente con le immagini del futuro, formulando il mito del progresso come utopia della nuova era.

Sin dall'inizio, la simbiosi tra uomo e macchina fu una realtà totalmente assunta dai futuristi. Tra chirurgia, fantascienza e cibernetica, nel Manifesto tecnico della letteratura futurista (1912) Marinetti annunciò l'avvento dell'“uomo meccanico dalle parti intercambiabili”, anticipando così le protesi tecnologiche. Nel 1915 Giacomo Balla e Fortunato Depero dichiararono la necessità di ricreare integralmente l'universo attraverso paesaggi artificiali e la creazione dell'“animale metallico”.

In questo modo, l’avanguardia italiana antecipava le future pratiche biotecnologiche e, allo stesso tempo, riusciva a entrare nella società dell’epoca costituendosi come strumento della contemporaneità, stabilendo così le basi del nuovo rapporto dell’individuo con la nuova realtà.

A partire dal contributo futurista, passeremo in rassegna le pratiche artistiche in puro stile cyberpunk di Stelarc, Marcel.lí Antúnez Roca, Matthew Barney e le polemiche opere bio-artistiche di Eduardo Kac.


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Carolina Fernández Castrillo. Docente di Media Studies presso l'Universidad a Distancia de Madrid (UDIMA), dirige il Master in Comunicazione Digitale ed il gruppo di ricerca Visual Media and Digital Communication (UDIMA). Dottore europeo di ricerca cum laude presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM) e l'Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. La tesi di dottorato Il Futurismo come ricostruzione 'poliespressiva dell'universo: dal cinema alla condizione postmedia ha ottenuto il 'Premio Extraordinario de Doctorado UCM' e Menzione del Royal Complutense College, Harvard University (USA). È stata ricercatrice a Yale University (USA), ZKM Center for Art and Media (Germania) e Universiteit Utrecht (Olanda); relatrice in convegni e seminari internazionali e autrice di diversi scritti in materia di futurismo e cultura digitale. Ha anche lavorato come curatrice di eventi culturali e critica di arte specializzata in Futurismo e New Media Art: Lápiz. Revista Internacional de Arte Rinconete (Centro Virtual Instituto Cervantes), etc.

Plinio Perilli - Futurismo anteriore, Futurismi ulteriori. Sopravvivenze, ripercussioni, repêchages, post-novazioni… da F. T. Marinetti ad oggi

Plinio Perilli - studioso indipendente
Futurismo anteriore, Futurismi ulteriori. Sopravvivenze, ripercussioni, repêchages, post-novazioni… da F. T. Marinetti ad oggi


   Forse solo oggi che il Futurismo è ormai definitivamente storicizzato (sterilizzato?) come movimento di valore europeo, e serenamente sdoganato come qualità (o, viceversa, vis modaiola, improntitudine performativa, polemica beceraggine) nel resoconto sincero delle opere – siamo pronti a capire, senza troppe forzature, il peso che questa ormai invecchiata ma grande proposta può o potrebbe avere in seno alla nostra confusa, vorticosa Contemporaneità…
   Il Futurismo anteriore conduce insomma a una miriade di Futurismi ulteriori, molti addirittura inconsci, parecchi recitati, taluni annessi e assorbiti, che la Modernità esplica e interpreta, adotta, mima o parodizza, senza porsi troppi problemi. Tutto sta a capire quali.
  Certo è che fra letteratura e cinema, arte visiva e musica, o quant’altro (dal costume alla politica, per moltissime manifestazioni o plurime emergenze sociali), è ancora in atto un fervido virus neo-futurista, che di volta in volta si fa bacillo o placebo, prezioso antidoto o germe patogeno, vieppiù rafforzato dal secolo trascorso.
   Il primo corollario, perfido e un po’ annoiato, è quello che rinnega l’etica proprio in nome d’una sedicente contro-estetica… E in tempi squisitamente, doverosamente “sinestetici”, è o sarebbe l’errore più imperdonabile. Brutto periodo davvero, quello in cui gli avanguardisti retrogradi e i progressisti in ritardo perfettamente coincidono… E le povere, geniali “visioni simultanee” di Boccioni sono diventate delle plasticate, visionarie ma statiche sovrapposizioni multimediali…


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Plinio Perilli (Roma, 1955) ha esordito come poeta nel 1982, pubblicando un poemetto sulla rivista “Alfabeta”, auspice Antonio Porta. La sua prima raccolta è del 1989, L’Amore visto dall’alto (Amadeus, Montebelluna), finalista quell’anno al Premio Viareggio), ristampata nel 1996. Seguono i racconti in versi di Ragazze italiane (Sansoni, Firenze, 1990, due edizioni, Premio B. Joppolo). Chiude una sorta di trilogia della Giovinezza con il volume Preghiere d’un laico (Amadeus, 1994), che vince vari premi internazionali: il Montale, il Gozzano e il Gatto. L’ultimo suo testo lirico, Petali in luce, è uscito nel 1998, presentato da Giuseppe Pontiggia (Amadeus).
Una raccolta antologica delle sue poesie, Promises of Love (Selected Poems), è stata tradotta in inglese da Carol Lettieri e Irene Marchegiani, ed editata a New York nel 2004 presso le Gradiva Publications della Stony Brook University. Nel 2011 il suo poemetto L’Aquila, sorvolandosi, dedicato al tragico evento del terremoto del 6 aprile 2009, ha vinto il Premio Internazionale Scanno per la Poesia.
Come critico si occupa specialmente di convergenze multidisciplinari e sinestesie artistiche (Storia dell’arte italiana in poesia, Sansoni, 1990), nonché dell’insegnamento della poesia ai giovani e nelle scuole (La parola esteriore. I nuovi giovani e la letteratura, Tracce, Pescara, 1993; Educare in poesia, A.V.E., Roma, 1994). Del 1998 è un grande studio antologico sul ‘900 italiano in rapporto all’idea di Natura (Melodie della Terra. Il sentimento cosmico nei poeti italiani del nostro secolo, Crocetti, Milano, 2ª edizione 2002).
Collabora a numerose riviste e ha curato molti classici, antichi e moderni, dal “Canzoniere” di Petrarca alle liriche di Michelangelo, dai “Taccuini futuristi” di Boccioni alle poesie di Carlo Levi, dagli scritti di Svevo su Joyce a “Inventario privato” di Pagliarani e “Variazioni belliche” di Amelia Rosselli.
Di recente uscita un suo vastissimo e intrecciato repertorio sui rapporti fra il Cinema e tutte le altre arti: “Costruire lo sguardo”. Storia sinestetica del Cinema in 40 grandi registi (Mancosu Editore, Roma, 2009), per rendere finalmente omaggio a tutte le magiche corrispondenze e i più fantasiosi sodalizi espressivi, che intrecciano e irradiano, insieme, l’ispirazione e l’immaginario. A seguire, il volume di scritture e memorie testimoniali RomAmor (“Come eravamo 1968-2008”), uscito nel 2010 presso le Edizioni del Giano, tutto dedicato al rapporto fra Roma come entità ed amalgama letterario, e i grandi numi tutelari della seconda metà del ’900, fino ai nostri ultimi anni: da Gadda a Moravia, da Flaiano a Pasolini, da Amelia Rosselli a Dario Bellezza, etc.
Ha tenuto numerose conferenze, presentazioni e prolusioni presso le maggiori università italiane ed americane.




martedì 5 marzo 2013

La sede del convegno: Centro Culturale Elsa Morante, Roma

Il Convegno Internazionale "Eredità e attualità del Futurismo" sarà ospitato dal Centro Culturale Elsa Morante, uno spazio polifunzionale situato in Piazzale Elsa Morante nel quartiere Eur Laurentino a Roma.

Come raggiungere il Centro Culturale Elsa Morante:
Metro B, stazione Laurentina e bus 776 con fermata P.le Elsa Morante.