Dall'“animale metallico” futurista a GPF Bunny:
transgenesi, arte e società
ABSTRACT
All'inizio del XX secolo, l’influenza
esercitata nell’immaginario collettivo dalle nuove certezze scientifiche e
dalla crescente presenza dei media risultò essenziale per introdurre il binomio
arte-tecnologia. I futuristi ebbero successo nell’esprimere il loro presente
con le immagini del futuro, formulando il mito del progresso come utopia della
nuova era.
Sin dall'inizio, la simbiosi tra uomo
e macchina fu una realtà totalmente assunta dai futuristi. Tra chirurgia,
fantascienza e cibernetica, nel Manifesto
tecnico della letteratura futurista (1912)
Marinetti annunciò l'avvento dell'“uomo meccanico dalle parti intercambiabili”,
anticipando così le protesi tecnologiche. Nel 1915 Giacomo Balla e Fortunato
Depero dichiararono la necessità di ricreare integralmente l'universo
attraverso paesaggi artificiali e la creazione dell'“animale metallico”.
In questo modo, l’avanguardia italiana
antecipava le future pratiche biotecnologiche e, allo stesso tempo, riusciva a
entrare nella società dell’epoca costituendosi come strumento della
contemporaneità, stabilendo così le basi del nuovo rapporto dell’individuo con
la nuova realtà.
A partire dal contributo futurista,
passeremo in rassegna le pratiche artistiche in puro stile cyberpunk di
Stelarc, Marcel.lí Antúnez Roca, Matthew Barney e le polemiche opere
bio-artistiche di Eduardo Kac.
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Carolina Fernández Castrillo. Docente di Media
Studies presso l'Universidad a Distancia de Madrid (UDIMA), dirige il
Master in Comunicazione Digitale ed il gruppo di ricerca Visual Media and
Digital Communication (UDIMA). Dottore europeo di ricerca cum laude presso
l'Universidad Complutense de Madrid (UCM) e l'Università degli Studi di Roma
“La Sapienza”. La tesi di dottorato Il Futurismo come ricostruzione
'poliespressiva dell'universo: dal cinema alla condizione postmedia ha
ottenuto il 'Premio Extraordinario de Doctorado UCM' e Menzione del Royal
Complutense College, Harvard University (USA). È stata ricercatrice a Yale
University (USA), ZKM Center for Art and Media (Germania) e Universiteit
Utrecht (Olanda); relatrice in convegni e seminari internazionali e autrice di
diversi scritti in materia di futurismo e cultura digitale. Ha anche lavorato
come curatrice di eventi culturali e critica di arte specializzata in Futurismo
e New Media Art: Lápiz. Revista Internacional de Arte e Rinconete (Centro
Virtual Instituto Cervantes), etc.
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