Miroslava Hajek, UXA Centro d’Arte Contemporanea
Bruno Munari: condizione futurista
ABSTRACT
Questo intervento vuole chiarire alcuni aspetti del lavoro artistico di Bruno Munari, tuttora travisati o addirittura sconosciuti.
Si rileva come egli abbia raccolto le idee del primo futurismo ampliandone i primi concetti a volte solamente abbozzati, fino ad giungere, già nel 1930, ad un'idea dell'arte come ambiente o come installazione per arrivare, nel 1950, ad annullare la pittura reinventandola donandole monumentalità, tramite uso dell'energia elettrica nelle sue “proiezioni dirette”, prime anticipazioni di video installazioni presentate al MOMA nel 1954.
Munari sviluppa, anche dopo la seconda guerra mondiale, nell'ambito del Movimento dell'Arte concreta da lui fondato, il concetto futurista di arte per tutti i sensi oltre a quello, suo proprio, di trascendenza dell'oggetto. Arricchisce, anche, il significato del meccanismo nell'arte, rendendolo biomorfo e donandogli una sua poetica.
Nella sua lunga vita Munari non ha mai abbandonato le essenziali innovazioni del futurismo. Anzi, le ha ampliate e diffuse, vuoi direttamente, frequentando i maggiori artisti della sua epoca, vuoi indirettamente, tramite i libri e l'attività didattica.
L'opera di Bruno Munari continua ad essere tuttora opportunità di ispirazione e di studio.
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Miroslava Hajek nasce nel 1947 a Brno (Cecoslovacchia) dove studia Storia dell’Arte presso la Facoltà di Filosofia dell'Università di Masaryk.
Nel 1967, ancora studentessa, conosce Bruno Munari, con il quale mantiene un contatto epistolare, e, visto l'interesse dimostrato per il lavoro dell'artista, riceve da questi varia documentazione.
Nell’agosto del 1969 mentre si trovava in Italia per partecipare alla manifestazione "Undici giorni di arte collettiva" a Pejo, Miroslava Hajek viene processata e condannata, in contumacia, per motivi politici legati alla “Primavera di Praga”.
Non potendo rientrare in patria, rimane in Italia e nel 1970 fonda, a Novara, il centro culturale “UXA Centro d’Arte Contemporanea” che dirigerà fino al 2000. In tale spazio presenta mostre di diversi artisti dell'avanguardia italiana ed europea.
Nel 1970 Bruno Munari le propone di specializzarsi nell’analisi critica del suo lavoro artistico. Da quell'anno continua, in qualità di storica d’arte, a collaborare con Munari alla realizzazione di una raccolta di opere d’arte in grado di descrivere l’intero percorso creativo dell’artista. Per trent’anni condivide con Munari il progetto di una collezione ragionata, strutturata in modo cronologico, composta da pezzi storici poeticamente rilevanti scelti in accordo con l’artista. Contemporaneamente, raccogliendo e acquisendo disegni dimenticati, forma anche l’archivio delle opere di Romolo Romani.
Nel 1990, dopo la caduta del regime totalitario in Cecoslovacchia viene riabilitata e collabora con il Ministero della Cultura Slovacco. Ha organizzato e curato vari eventi internazionali tra cui “Doppio triangolo”, inserito dalla Comunità Europea nella campagna “EUROPA A COMMON HERITAGE”.
Ha pubblicato diversi libri, saggi ed articoli in vari paesi d'Europa.
Una vita ,con un percorso politicamente difficile ma ricca e piena di eventi artistici,Complimenti!
RispondiEliminacomplimenti vivissimi uniti a tutta la mia più grande ammirazione!
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